lunedì 15 febbraio 2021

 

Sognagione di Guglielmo Peralta

recensione di Tino Traina

 

Ecco una silloge poetica per chi volesse entrare in un mondo in cui la parola somiglia ad una danzatrice vestita di drappi multicolore, qua e là saltellante in multiforme iridescenza, in cui soli abbaglianti e cieli notturni stellati si fondono in una atmosfera di continua tensione Spirituale. Atti creativi di “accensioni spirituali e vibratilità percettiva” come felicemente li definisce Franca Alaimo nella sua luminosissima prefazione.

Il mondo che il Poeta qui vuole esprimere non può avvalersi del canone usuale della scrittura connotativa del linguaggio poetico che, di norma, usa poco il neologismo rispetto agli strumenti della retorica figurata, quella retorica cioè che utilizza la parola come quegli utensìli a manico fisso (il significante) e punta mobile (il significato) in modo da traslare e ampliare metaforicamente significato e senso. In Sognagione c’è una vera e propria “ tracimazione del cuore e dell’intelletto”, come ancora felicemente denota Franca Alaimo, ed è proprio il neologismo, prevalentemente sintattico, a farla da dominatore: soaltà, soale, agricantore, agricante, neurostelle, cielificazione, in una temperie che intreccia e diluisce ossimori, sinestesie, analogie, allegorie, di un mondo surreale dove frutti di luce sonori, polifonie di s-guardi, alberi di sogni il cui linguaggio è una vendemmia di stelle, si alternano a disegni colorati dall’acceso simbolismo di speranze, di rinascite, di ritorni a stati di purezza e di rivelazione nella sofferenza “fino alla croce” da cui sgorghi la parola “quella ribattezzata nella sacra luce //del sogno”

Poesia dalla forte simbologia mistica e dal forte afflato di una cristianità improntata alla Buona Novella del Cristo Redentore, alla ricerca dei “poeti del pane e del vino”, da una visione quindi religiosa di ascensione mistica, ma anche a tratti romantica, di quel romanticismo che la preghiera, le ritualità propiziatorie, apotropaiche offrono a chi anela al recupero mitico degli archetipi di una socialità fraterna, solidale, amorevole, ma che si accosta con incredibile naturalezza ad una Poesia tra le più avveniristiche, quella della Soaltà, dove sogno e realtà si interiorizzano nella purezza di un’indole spiritualizzata e spiritualizzante.

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