Note critiche e riscontri
Caro
Guglielmo, quello che mi impressiona favorevolmente in questo tuo lavoro è la
tua attitudine / impegno gnoseologico di andare oltre te stesso, oltre le
tue/nostre apparenze, oltre il codificato / omologato dalla Storia e dalla
letteratura, dalla filosofia ecc. Realtà, sogno, utopia chiamati con il loro
nome: la tua capacità definitoria ( mai apodittica ) delinea i vari referenti,
i riferimenti culturali, interagisce con il tuo sguardo profondamente umano e
approda ad una luminosa problematicità: il nostro essere al mondo fedeli ad una
idea di Bellezza e di Spiritualità in continuo attrito con la negatività che
vorrebbe proscriverle. Credo che questo tuo impegno, così articolato, fervido,
a tratti caloroso e appassionato, delinei in ultima analisi una dichiarazione
di poetica che si fa stupore di esistere e di durare oltre le parole e le
singole loro valenze, in direzione di una "verità"condivisibile, certamente
non peregrina. Il tuo lavoro si configura quindi come opportunità reale,
concreta, di conoscenza, di riflessione, di confronto e di resa; quello che
latita in questa nostra vita spesso - troppo spesso - senza fine, senza scopo,
sempre malgiocata. - A te un grazie e un abbraccio.
Leopoldo AttolicoG. B. Squarotti
Visione interessante e particolare. E anche suggestiva
Corrado Calabrò
Fa riflettere sulla realtà, investigandone piacevolmente i fondamenti
Marcella Laudicina
Caro Guglielmo, ho finalmente potuto leggere il tuo lavoro che, pur
partendo da premesse a me estranee, mi è molto piaciuto. Un lavoro intenso,
gravido di ricerca e significato. Un lavoro sognante nel reale e reale nel
sogno, attraverso il quale mi è sembrato tu ti sia impegnato nella ricerca di
fonti. Fonti di bellezza, linguaggio, trascendenza (a volte trascendentale)
spesso rovesciando posizioni classiche. Un lavoro di ricerca nel sogno e del
sogno, individuato spesso come fonte dell'estetica, ma non senza la
partecipazione attiva del sognatore (qui intravedo trascendentalità).Un lavoro
di ricerca di fonti non fine a se stesso,ma teso anche a rintracciare stimoli
di rifondazione, rifondazione della lingua con cui ti piace giocare per
inventare nuove parole, non a caso: sempre frutto di sintesi, come tutta la tua
ricerca indica. Un bellissimo lavoro che mi è apparso come un viaggio verso le
fonti della propria anima. Un viaggio perfettamente riuscito, credo. Un saluto
affettuoso. Giovanni
(Giovanni Baldaccini)Gentile Guglielmo,
sono reduce da una prima lettura del suo
saggio. Si tratta di un lavoro denso, che avrò modo di riprendere e
approfondire, tessendo la tela della mia visione. I miei studi, infatti, mi
stanno portando a conclusioni che sono sicuramente analoghe alle sue, quanto
meno nei principi di abbattimento di certe dualità così fondanti per il nostro
pensiero occidentale: interiore/esteriore, spirito/materia, Dio/mondo... E mi
verrebbe da dire, pensando al mio romanzo, anche aldilà/aldiqua.
Detto questo, mi trovo però in una fase
in cui fatico a mettere del tutto a fuoco il caleidoscopio del suo linguaggio.
Mi limito dunque a percepire questa condivisione di fondo, ma senza negare un
differente approccio linguistico, una grammatica di base non dico contrapposta,
ma che ha bisogno di tempo per tentare una traduzione.
La realtà è certamente un sistema -
tanto complesso che nella sua interezza ci sfugge, ma possiamo accedere a uno
sguardo diverso, a una dimensione "integrata". Il termine sogno mi
trova un po' scettico - ma che sia una sovracoscienza, uno spazio
intersoggettivo, un destino comunitario, un Sé oltre l'Io, mi pare abbastanza
chiaro.
Le sono dunque molto grato di questo
lavoro, che terrò presente nei miei rimuginamenti, nelle mie connessioni, in
tutte le varie ricerche in cui avrò la forza di progredire.
Anche solo la testimonianza di altri che
raggiungono una "visione" della realtà, in grado di dare fondamento e
senso all'esperienza, è di grande conforto.
Un saluto caro e carico di stima,
Andrea Temporelli
Caro Guglielmo,
Ho trovato il Suo libro molto interessante. Soprattutto per le aperture che Lei dischiude. Una forza visionaria e una grande passione muovono la Sua scrittura. Un cammino travolgente. Un caro saluto.
Flavio Ermini
Interessante il
neologismo di Peralta “soaltà”. Solitamente la nascita di una nuova parola
arricchisce il vocabolario di conoscenza, nel caso di “soaltà”, mi pare, che
oltre alla ricchezza del lemma, in realtà il termine sopperisca a una mancanza.
In un momento di crisi, in cui sogno e realtà (deflazione) non hanno quasi più
una distinzione netta, sono confusi, si confondono, hanno perso di peso specifico
(inflazione), ecco che il termine coniato da Peralta entra nel mercato delle
idee a dare valore con la sua terza faccia (disinflazione), “diradando
l’”ignoranza dell’occhio e della mente.”
Giuseppe Talia
"La via dello stupore" è un percorso interiore che si ricollega all'antica tradizione dei poeti visionari che intendono ri-fondare la realtà, e in particolare la scrittura, andando oltre l'apparenza e mostrando l'altro, il nuovo, il bello, il giusto in una dimensione escatologica. Dante ne è un esempio illustre, ma ogni poeta che si dica veramente tale, conia espressioni e neologismi per dare corpo a significati, filosofie, metafore che possano dare vita a universi in espansione in cui usare le parole come astri. La "Soaltà" di Peralta è uno spazio est-etico in cui ri-nascere, ri-sorgere e donare bellezza superando la frammentazione e il caos.
Rosaria Di Donato
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