venerdì 16 gennaio 2015

Il sogno di una parola



 guglielmoperalta.it





Il sogno di una parola
di Guglielmo Peralta
     

   Una parola, una sola parola viene, ad un tratto, a spalancarmi un mondo, un universo!
Evento sorprendente, miracoloso avvento annunciato dalla parola nuova, generata dall’unione del sogno e della realtà: ieri antagonisti irriducibili, oggi assolutamente compatibili, al punto che la realtà è l’altro nome del sogno, e viceversa. Facce di una stessa medaglia, il sogno e la realtà ne costituiscono la “terza” faccia: la soaltà. Ecco la parola sognata nella quale essi sono strettamente congiunti!
   In principio è lo s-guardo. Sulla scena interiore, dietro le quinte dell’occhio, lo s-guardo, unico attore e spettatore, dà inizio allo spettacolo. Con questo visionario resto a lungo in attesa della rivelazione. E quando, per gradi, il sogno si dipana, l’artefice s-guardo, come lo Sguardo divino, benedice la parola, sorgente di luce inesauribile.  
   Soaltà mostra allo s-guardo il suo cielo diradando l’"ignoranza" dell’occhio e della mente. Così, senza divieto, cresce nel giardino soale l’albero della visione, e l’implume conoscenza prende il volo sull’ali del sogno pantocratore. Ed ecco che la parola nuova, informe nebulosa che in sé accoglie un universo, “esplode” con suono grande e silenzioso manifestando uno spettacolo infinito: un’epifania che riempie di meraviglia il cuore e la mente discoprendo la vera natura del mondo e delle cose. Una nuova visibilità muta lo scenario esteriore. Un nuovo orizzonte si svela ed è «l’ est» che orienta lo s-guardo e ne suscita la rappresentazione. La soaltà, che si rivela nella luce dell’«est», è la nuova visione che ac-coglie il mondo nella sua unione di sogno e realtà correggendo la conoscenza difettiva che abbiamo di esso a causa dell’occhio, il quale, incapace di discernere il sogno, dà carattere di evidenza a una realtà che il pensiero riflettente giudica pura apparenza lasciando indovinare, al di là di essa, una realtà altra. E questa realtà è il sogno che edifica il mondo e ne garantisce l’esistenza reale. Soaltà è parola eponima che nomina il mondo interiore o della soggettività. Essa colma una lacuna linguistica, perché ora questo mondo ha un nome, al posto delle varie definizioni e aggettivazioni che di solito si usano per indicarlo. Essa è anche parola epifanica, perché svela la vera natura della realtà, nella quale coglie il sogno invisibile, che è il fondamento, il principio, l'origine di tutte le cose, e fa della realtà stessa la manifestazione oggettiva e concreta della realtà interiore cui dà il nome. Ed è trina, perché oltre ad essere sogno e realtà è anche il mondo che queste due nature costituiscono. Il sogno, questo sogno, non accade, come nella dimensione onirica, in assenza della normale attività della mente, ma in presenza della sua più alta funzione che è l’immaginazione creatrice, e in virtù di una voce che chiama in segreto e alla quale non si può non dare ascolto. Voce del silenzio luminoso, che sospende il mondo e i nostri sensi e accende la notte chiarendone l'oscurità profonda. Notte sacra, che esige risposte adeguate alle sue illuminazioni. Rispondere è sapere ascoltare. Ed è un atto di devozione e una vocazione: una brama di vedere ascoltando. Sublime è la visione suscitata dall’ascolto. Sublime è l’ascolto sostenuto dalla visione. Essere devoti e vocati alla notte significa interpretare il mondo cogliendolo nella parola nuova, la quale lo rivela nella sua forma originaria e invisibile.
        



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